Visita guidata alla Biblioteca Riccardiana

23-02-2023 - Istituto Italiano dei Castelli

orario: 11.00
dove: Biblioteca Riccardiana, Via Ginori, 10 - Firenze

Visita guidati dalla dott.ssa Francesca Gallori, Direttore della Biblioteca
Archivi e biblioteche sono uno strumento fondamentale per lo studio dei castelli quindi è importante conoscerne la storia

La Biblioteca Riccardiana

Il Palazzo Medici-Riccardi, voluto da Cosimo il Vecchio e fatto realizzare da Michelozzo negli anni 1449-1450 dove ha sede la Biblioteca Riccardiana, fu abitato dalla famiglia Medici fino alla prima metà del XVI secolo. Il Palazzo rimase poi ai cadetti di famiglia fino al 28 marzo 1659, quando il Granduca Ferdinando II lo vendette al marchese Gabriello Riccardi che lo fece restaurare e ampliare a cura di Ferdinando Tacca, Pier Maria Baldi e Giovan Battista Foggini seguendo il modello michelozziano; in questo periodo fu realizzata la sala della biblioteca. Alla morte di Gabriello, Francesco proseguì i lavori e sistemò le preziose collezioni. La Libreria fu solennemente inaugurata, insieme alla Galleria di Luca Giordano, nel 1689 in occasione della nozze di Ferdinando de’ Medici e Violante Beatrice di Baviera.

Francesco si occupò personalmente della realizzazione e della funzionalità della biblioteca, curò gli acquisti, incrementando notevolmente il patrimonio grazie anche alla stimolante esperienza maturata nei molti viaggi all’estero compiuti, tra il 1665 e 1669, con il grande amico Alessandro Segni. Il Gran tour, che toccò le più importanti mete europee, permise a Francesco di frequentare le principali corti e visitare le biblioteche pubbliche e private più importanti, affinandone il gusto.

Nel 1669 Francesco sposò Cassandra Capponi; il suo arrivo segnò un incremento qualitativo e quantitativo della collezione sia artistica che libraria. Assieme a splendidi dipinti, la nobile dama portò in dono al marito la ricca biblioteca, costituita da ben 249 manoscritti e oltre 5000 rare edizioni a stampa, ricevuta in eredità nel 1688 dal padre Vincenzio. Nel XVII secolo il principale fautore dell’incremento delle collezioni, soprattutto libraria, fu il suddecano Gabriello, che organizzò la biblioteca secondo l’aspetto attuale, concedendo fino dal 1737 agli uomini di cultura la possibilità di attingere al prezioso patrimonio librario, come dimostra un registro di prestito ancora oggi conservato. Con Vincenzio, dichiarato interdetto nel 1804, si conclude il dissesto finanziario della famiglia; la gestione dei beni fu affidata al Tribunale fallimentare e dal gennaio del 1811 fino al 1814 si susseguirono le vendite all’asta.

L’insigne raccolta di opere d'arte, riunita con tanta cura e frutto di scelte attente e oculate, nonostante i vincoli testamentari, seguì la triste sorte delle proprietà fondiarie e si disperse completamente. Solo la biblioteca rimase fortunosamente intatta nel luogo che le era stato destinato e oggi fa parte del patrimonio dello Stato.


Ingresso libero con prenotazione